Uno speciale di Link Molto Belli
Simpaticissim*,
questa è un’edizione speciale di Link Molto Belli, quindi mi dispiace, non è già il weekend. Io sono Pietro e oggi faremo ~muovere le intelligenze~. Il perché di tutto questo ve lo spiego alla fine della mail. Buona lettura.
Una camminata
Sei un pezzo di software. Un programma. Sei sofisticato e veloce. Il tuo programmatore – il tuo creatore – ti ha dato da mangiare tanta informazione, enormi moli di dati. Poi, un giorno, ti chiede di camminare. Tu non ce le hai, le gambe. E nemmeno i muscoli. Esisti? Diresti di sì ma non sapresti argomentare. A dire il vero non sai nemmeno cosa sia un piede o un passo, così il programmatore ti fornisce informazioni, un motore di movimento e un vettore da muovere. E provi a camminare.
Le intelligenze artificiali (IA) hanno bisogno di un contesto, oltre che di informazioni, per migliorare. AI Weirdness è il blog di Janelle Shane, una ricercatrice del settore, che racconta l’altra faccia delle IA: non le algide macchine da calcolo che un giorno ci trasformeranno in graffette nel nome dell’efficienza, ma quelle creature misteriose in grado di fare tutto o quasi, se glielo si spiega bene. Potenti quanto impacciate, le IA si sviluppano, si sbagliano e si correggono, spesso trovando soluzioni assurde a problemi invisibili – ma anche no. Per esempio, il movimento.
Capriole
Nell’agosto del 2018 un team di ricercatori ha pubblicato un paper (pdf) in cui hanno riassunto i diversi esperimenti condotti nel corso degli anni da università e aziende di mezzo mondo su un argomento controverso: “Evoluzione e creatività”. L’obiettivo era risalire all’origine della locomozione strappando alle IA una possibile risposta alla domanda “Come abbiamo cominciato a muoverci?”. Le risposte sono state diverse, assurde e davvero pazze. Vediamole.
In un caso la simulazione di un robot doveva muoversi nel modo più efficiente possibile. La soluzione trovata dalla IA fu quella di trasformarsi in una “torre”, un’instabile pila di elementi che sarebbe poi caduta, spostando il robot. Il trucchetto venne affinato di volta in volta arrivando a una vera e propria “capriola”, un carpiato digitale che si fa beffe del sudore dell’homo erectus facendo lo cyberscemo.
LOL.
“L’evoluzione”, si legge nel paper, “scopre che è più semplice generare creature che cadono e si rovesciano che costruire un meccanismo di salto”, che è una cosa che è successa anche a me tornando da alcune feste all’università, ma torniamo a noi. I un altro caso, una IA doveva saltare il più alto possibile: a seconda dei parametri dati dai ricercatori, il risultato fu una “creatura” lunga e fina, dall’altissimo baricentro, in grado di deambulare sbilanciandosi; in altri casi, però il risultato fu ancora CAPRIOLE, come da filmato.
Leggiadria.
Gli imbroglioni
Un altro meccanismo evolutivo di successo si rivela essere l’imbroglio, come dimostrato da un altro esperimento in cui le IA hanno imparato a muoversi barando, ovvero concentrandosi sui bug del sistema in cui erano immerse. In questo esperimento, il simulatore di movimento utilizzato era stato pensato per “movimenti tipici”; per questo fu messo alla prova da questi spasmi complessi e assurdi, andando in errore. La IA scoprì che tale errori si accumulavano e rappresentavano riserve di energia, così iniziò “a sfruttare il bug contraendo velocemente delle piccole parti del corpo”. Il risultato fu “energia gratuita”, che potevano usare come propellente. Facciamo finta di aver capito e passiamo oltre.
Avventure acquatiche.
DeepMind
Allenare una IA è un’attività strana. Il programmatore non deve spiegare il come ma fornire gli ingredienti di un fenomeno complesso e dare un obiettivo da raggiungere. Gli esperimenti che abbiamo visto finora sono abbastanza vecchi, le basi di questa scienza, ma sono il miglior punto di partenza perché dimostrano quanto il processo di trial and error delle IA sia così strano e diverso da quello umano.
Nel 2017 DeepMind, il dipartimento di Google che si occupa di IA, ha messo una sua creatura davanti a un percorso pieno di ostacoli, tipo parkour, e l’ha osservata sviluppare movimenti complessi e molto “intelligenti”, come l’uso del “ginocchio” per salire su un piano rialzato.
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Altro: Janelle Shane ha tenuto una TED Talk sui suoi studi; a giorni esce il suo libro You Look Like a Thing and I Love You.
Extralink: questa cosa difficile da spiegare in poche righe.
Questa edizione speciale, insieme a quella mandata due settimane fa, è un’anticipazione di una cosa a cui sto lavorando. Si chiamerà “Meraviglie”. Seguiranno indicazioni.
Fatemi sapere che ne pensate, ciao.