La Lombardia è stata al centro dell’emergenza Covid-19. Le morti, le RSA, le zone rosse, Fontana, ecc. Se non sapete di cosa sto parlando, a) complimenti per essere usciti da un lungo coma e b) chiamate un dottore invece di leggere questa mail.
Per tutti gli altri e le altre, oggi parliamo di un mio vecchio assillo:
la Lombardia è una regione troppo grande! Ci sono 20 regioni in tutto e questa da sola contiene il 10% della popolazione nazionale.
Nel corso di questa edizione di Meraviglie osserveremo la nascita ed evoluzione della regione, dando anche un paio di consigli per correggere il tiro. Lasceremo per il momento perdere le altre questioni regionali del nostro Paese, come la mancata abolizione delle province, l’assurda divisione tra Abruzzo e Molise, la mancata riconquista di Fiume⁽ˢᶜʰᵉʳᶻᵒ⁾.
Vi immagino belli carichi. Cominciamo!
Furono i Romani a inventarsi le regioni, delle aree amministrative di media dimensione con cui amministrare la penisola, che ponevano al centro dell’Impero. Ogni regione conteneva un tot di province – la città di Roma faceva caso a parte, con il titolo di Domina Provinciarum. Ai tempi di Augusto (I secolo d.C.), le regioni d’Italia erano queste. Curiosità: per un po’ di tempo la Sicilia era stata considerata una cosa a sé.
Tutto piuttosto simile tranne per la Calabria, il Lazio+Campania e il Nord-ovest conteso tra la Transpadana e una Liguria thick.
Dopo la caduta dell’Impero, le regioni scomparvero – inutili linee su una mappa – mentre le province continuarono a influenzare la politica della penisola, fungendo da matrice per la continua formazione e polverizzazione di ducati, regni e comuni che hanno accompagnato la nostra storia. Dobbiamo arrivare all’unificazione d’Italia perché le regioni facciano ritorno nelle nostre vite.
Cenni storici: Seconda guerra d'indipendenza italiana, 1859. Il Regno di Sardegna annette la Lombardia (oltre che le odierne Toscana e Emilia-Romagna), che sembra avere una forma piuttosto simile a quella attuale, tranne per la mancanza della provincia di Mantova, rimasta impigliata nel Veneto e quindi ancora parte dell’Impero austro-ungarico.
Strano, perché per secoli il Ducato di Milano aveva avuto confini differenti. Nel 1494, per esempio, lo vediamo un po più spesso e con un piede nell’Emilia.
Nel 1787, invece, lo troviamo così, oblungo e diagonale: da Varese a Mantova, senza Bergamo, Brescia, Crema, la Valtellina, l'Oltrepò Pavese e la Lomellina.
Il Ducato di Milano nel 1787.
Ma allora perché, al momento dell’annessione al regno d’Italia, la Lombardia è così vasta? Quando era successo il cambiamento? Anni prima, con Campoformio, Napoleone e le sue Repubbliche weird come la Cisalpina, che era senza Pavia ma con aggiunte quali Brescia, Bergamo, Sondrio – e quasi tutta l’Emilia-Romagna per il LOL.
Il sogno umido di Umberto Bossi.
È a questo punto che germoglia l’idea di Lombardia “moderna”, una macroregione che comprende tutti i territori fino alla sponda occidentale del lago di Garda. Ed è questa la regione che, dopo Napoleone, passa agli austro-ungarici, insieme al Veneto. È sempre questa Lombardia a venire poi annessa dal Regno d’Italia.
Arriviamo al 1861 e la situa è la seguente: il Regno d’Italia si è diviso in Compartimenti (su ispirazione francese) e la Lombardia diventa ufficialmente il cuore della pianura padana: a questo punto la regione ha 3,1 milioni di abitanti su un totale di 22,1 milioni: circa il 14% del totale. 😰
Tratta da Struttura e dinamica delle unità amministrative territoriali italiane Dall’unificazione del Regno al 2017, Istituto Nazionale di Statistica, 2018.
Con il Fascismo, l’accentramento statale prosegue: nel 1927 il regime sopprime circondari e mandamenti (divisioni amministrative) aumentando il numero di province da 76 a 92. Rimangono loro, le province, e i comuni; tutto il resto è centralizzato.
Arriviamo al 1948 e alla Costituzione Repubblicana, al cui articolo 114 si legge: “La Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni”. Arieccole, le regioni, che vengono però modificate un pelino: la Lombardia ottiene un’altra provincia, Varese, perché non ne aveva abbastanza.
Per il resto, almeno, a queste latitudini, le cose non sono più cambiate. La Lombardia, nome antico che un tempo indicava i territori dell’ex regno longobardo, e quindi potenzialmente tutto il Nord Italia, si adatta alle differenze etnolinguistiche, diventando la regione dove si parla una variante del lumbard.
I motivi del mappazzone geografico li spiega il citato studio dell’ISTAT:
Quando nel 1861, col timore di uno sgretolamento interno, si volle realizzare uno Stato forte e centralizzato, in cui tutti i poteri spettavano al governo centrale […] Il progetto di suddivisone dello Stato in regioni territorialmente ben delimitate, di fatto, non decollò all’atto dell’Unità d’Italia, affossato da varie vicissitudini e quindi, all’epoca, abbandonato. Tuttavia, una partizione regionale del Paese si attuò ugualmente, pur se in un’altra forma. La partizione fu attuata da Pietro Maestri, il quale ritagliò circoscrizioni territoriali che rispondevano a un principio di coesione topografica e, di fatto, erano un mero raggruppamento di province.
Alternative?
Facciamo un po’ di fantageografia. Come potremmo risolvere questo problema (ammesso che sia un problema) (secondo me sì) (certo non il più urgente ma volevo un po’ cambiare argomento)?
Sarebbe il caso di rendere Milano (insieme a Roma; magari Napoli e Torino) città indipendenti, come Berlino e Amburgo in Germania. Non per cedere al trenino #milanocittàstatofigaaa ma per scorporare la massa cittadina dal resto della regione (lo stesso vale per Roma e il Lazio);
Si potrebbe anche spezzettare la Lombardia attuale in due regioni: l’Insubria (Milano, Como, Monza-Brianza, Lecco, Varese, Pavia, Lodi) e la Lombardia (Bergamo, Brescia, Sondrio, Cremona, Mantova). Così, a spanne;
Oppure, ancora, ripensare tutte le regioni e abolire le province per creare divisioni nuove, a metà strada tra le due misure che conosciamo. Nel 2013 la Società Geografica Italiana propose la creazione di 36 Dipartimenti con cui – secondo loro – ci sarebbe un risparmio del 50% di spese e “sprechi”.
Da notare come, in questo caso, la Lombardia darebbe vita a ben quattro dipartimenti, con quello più orientale che arriva fino al veronese. Easter egg: il Veneto approfitta del trambusto per cedere Rovigo.
Oppure, infine, potremmo tenere la Lombardia com’è ma ingrandire tutte le altre regioni, arrivando alla formazione di macro-regioni. Sono quelle che in statistica vengono chiamate NUTS 1 (da Nomenclature of territorial units for statistics), e dividono il nostro Paese in appena 5 aree:
Ma voliamo alti, no? Perché non citare Freddy Heineken, quello della birra, e del suo piano per Gli Stati Uniti d’Europa del 1992? Eccolo:
A conferma di tutto ciò, la Lombardia rimane quasi identica, dimostrando d’essere già abbastanza grande da essere uno stato a sé.
Accetto vostre idee, proposte e suggerimenti.
E se questa mail si rivelasse uno #spon di Heineken? Sarebbe bello, però no. Per questo vi chiedo di abbonarvi a Link Molto Belli: per sostenere il povero Pietro e ricevere mail come questa senza farvela inoltrare da amici abbienti. Ciao.