Per essere una persona che odia cercare casa, passo parecchio tempo a guardare annunci immobiliari.
Lo faccio su internet e quando vago per la città inseguendo le vetrine sempre troppo illuminate delle agenzie immobiliari. Eppure non sto cercando casa. Anzi, quando devo cercare casa, ecco che l’ansia della deadline va a rovinare quello che, in momenti stanziali come questo, è un passatempo forse un po’ malsano.
Per questo la scorsa settimana sono stato risucchiato da questo articolo, in cui si racconta di un nuovo “trend” diffuso tra i “giovani” “millennial” “americani”: andare su Zillow – un sito immobiliare statunitense – a guardare case che non potranno permettersi mai.
È una storia interessante con cui è possibile fare un carotaggio di questo tempo, osservando gli strati sociali, economici, culturali e sociali accumularsi e mescolarsi fra di loro.
Comprare casa è, ancora, nonostante tutto, un gesto essenziale della vita adulta, anche perché il mutuo è un attracco sicuro nella tempesta della vita in affitto in città. Lo stile di vita dei nostri genitori e dei nostri nonni è ancora presente, seppur ferito; si nasconde ma rimane.
C’è qualcosa di lievemente morboso nel guardare gli annunci senza poter (ancora) comprare casa. Oltre all’escapismo che la permea, questa semplice attività ha anche una buona funzione sociologica: vedere la società in cui viviamo da un punto di vista intimo (e spesso sfocato). Farlo, comunque, ti cambia: bastano pochi giorni per iniziare a usare improbabili frasi da veterano del settore (“Perdiana, un trilocale dentro la cerchia dei bastioni a soli 350k? Di questi tempi?”), calcolare mutui e organizzare fittizi traslochi verso l’ovest di Milano.
È una simulazione. È un sogno. Davvero: secondo alcuni scienziati i sogni servirebbero a presentarci situazioni possibili con cui esercitarci – e prepararci al peggio. E se fissare annunci immobiliari ci aiutasse a immaginare un’altra vita, ad anticipare il cambiamento, a prepararci?
Questo è il primo strato. Più in fondo, ecco la FOMO, la famigerata Fear Of Missing Out, il timore ansiogeno di stare perdendo l’occasione giusta: classi pauperizzate che si trovano costrette (da chi? da cosa?) a vivere in determinati posti (Milano, ad esempio), innescando gentrificazioni e aumenti continui di prezzo, che rendono le loro vite ancora più difficili. È un circolo vizioso ben noto, che qui si manifesta nel timore paranoico di chi magari tra un po’ di anni, forse, potrà aprire un mutuo, però sa che i prezzi delle case saranno nel frattempo aumentati.
E quel bilocale grazioso costerà 40k in più. E chissà in quale zona saremo costretti ad andare ad abitare. E ‘ste cazzo di olimpiadi invernali. Ecc.
Anche per questo la mia passione si ferma qui. L’articolo racconta poi di account Instagram in cui guardare le case altrui, una formula che mi sembra più pericolosa dell’innocua rosicata su Immobiliare.it, per ragioni che hanno a che vedere con la tossicità intrinseca di Instagram.
“Although browsing unaffordable homes may be inspiring for some, it is likely to have a negative impact on others who are focused on evaluating their own housing situation against others on Instagram.”
Jasmine Fardouly della Macquarie University, articolo citato.
Che poi, io, la maggior parte delle volte, nemmeno rosico. Magari mi incazzo per i prezzi alti o mi infervoro per qualche soffitta presentata come “loft”. Da lontano potrebbe sembrare un’attività stressante, ma c’è a chi piace (a me fa un effetto simile il tifo calcistico, per dire).
Infine, una poesia:
Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie
(ad aspettare un pezzo d’eredità)
(per l’anticipo del mutuo).
Fine. Mi sto divertendo a usare Meraviglie per fare riflessioni un po’ sceme un po’ no come questa. Se avete ricevuto questa mail ma non siete abbonati, potete farlo qui. Costa trenta dollari all’anno. Ciao!