Se vi dicessi che un gioco in scatola ha comprato un giornale, come reagireste? Io, se non fossi abitante di questo mondo assurdo, farei fatica a capire: cioè… Monopoli ha comprato il Corriere della Sera? Eppure è – più o meno – quello che è successo, seppure in scala ridotta e più stramba.
A inizio mese l’azienda che produce Cards Against Humanity, un famoso gioco di società, ha comprato Clickhole, sito di culto nato in seno alla rivista satirica The Onion. Clickhole è tra le mie cose preferite del web, una piccola gemma di follia con cui The Onion ha applicato i meccanismi comico-satirici al folle mondo del giornalismo virale su internet, creando bellezze come il quiz “Which One Of My Garbage Sons Are You?”.
Un estratto dal suddetto post.
Perché lo hanno fatto? Non credo sia questo il punto. O meglio: lo è ma solo un attimino, perché quelli di Cards Against Humanity ha una lunga storia di trovate pazzesche, come quella che volta che hanno comprato un’isoletta in mezzo a un lago per ribattezzarla “Hawaii 2”. Forse sono fan del sito e sanno che The Onion fa parte del gruppo Gizmodo Media, che a sua volta è stato svenduto a un hedge fund che difficilmente è interessato a una follia come Clickhole... Comunque sia, lo hanno salvato per meno di un milione di dollari (grazie).
Questa storiella ci interessa piuttosto perché incrocia due trend importanti: uno grande e grosso, l’altro minore. Il primo, la crisi dei media e del giornalismo, divorato prima dai banner e poi da social; il secondo, più nascosto, è il boom dei giochi da tavolo.
Come notato dal giornalista del Guardian Alex Hern in un tweet che risulta cancellato (questa è la copia cache), “la prossima volta che cercherò di convincere il giornale a farmi parlare del mondo dei giochi da tavolo, farò notare che questa industria è abbastanza grande da permettere a singole aziende di comprare parte del mio settore per scherzo”.
Un settore in piena crescita che, secondo dati citati dalla BBC, entro il 2023 avrà un giro d’affari 10 miliardi di euro. Molte le ragioni del successo: il ritorno a un divertimento analogico e senza schermi; la famosa nostalgia millennial; la voglia di intrattenimento economicamente sostenibile dopo la crisi del 2008; il fatto che il boom economico è stato di fatto causato da un’esplosione creativa. Quest’ultimo punto non è da poco: chi volesse cominciare con i giochi da tavolo può scegliere da tantissimi titoli, la qualità è piuttosto alta e la “scena” è aperta e tollerante, lontana dalla cultura di 4chan che dilaga nei videogame.
Parlavamo prima dei giochi in scatola come alternativa al mondo digitale. Ecco, piano, perché il web è stato vitale per il loro recente successo. Grazie a siti come BoardGameGeek e Reddit, è facile conoscere, aggiornarsi e scambiare informazioni sui titoli. C’è poi Kickstarter: non saremmo in questa situazione senza il sito (e in generale il crowdfunding), in cui il settore vale il 34% dei profitti creati dai backer. Attorno a Kickstarter è nata una community di artisti e appassionati ma anche un vero e proprio business: Monte Cook Games è un noto editore di giochi di ruolo che ha perfezionato il Kickstarter come business plan anche per un player riconosciuto.
Grafico da Polygon.
Insomma, urgono bei baretti dove noleggiare e giocare con i giochi in scatola. Appena avete finito di aprire pokerie, ovviamente 😤🙄.
Ed eccoci arrivati alla fine di questa puntata di Meraviglie. Vi è piaciuta? Passate parola, fate propagando, magari linkando il mio nuovo sito! A prestissimo con una bella novità, ciao.