Ah, New York City!
Dico solo per dire, in realtà non ci sono mai stato. Recentemente però ho scoperto una cosa molto interessante sulla città e questa cosa interseca due mie passioni: le mappe e i progetti assurdi che funzionano.
Nel 1807 New York City era una città portuale di circa 60mila abitanti, una cosina modesta rispetto alla nostra idea di “grande mela”. L’isola di Manhattan, per dirne una, era piena di colline e fattorie, con tanto di animali selvatici come orsi e lupi (la stessa parola Manhattan, nella lingua dei nativi Lenni-Lenape, significava “isola dalle molte colline”). L’amministrazione locale decise che le cose dovevano cambiare e fu creata una Commissione speciale, a cui venne dato il compito di reimmaginare la città. Del tutto. Per sempre.
NYC nel 1776, prima dell’avvento della Grande Griglia.
Il progetto era semplice – e per semplice intendo “molto complicato e follemente ambizioso”: 1) appiattire tutta l’isola e 2) coprirla con una grande griglia di strade. Un lavoro lungo e certosino che si concluse nel 1811 con un progetto che avrebbe cambiato per sempre la città: oltre all’esilarante distruzione di tutte le colline dell’isola (secondo le stime dell’epoca vennero smossi “8 miliardi di galloni di terra” per un solo block), il progetto prevedeva l’acquisto di innumerevoli proprietà terriere e la costruzione di un’enorme grid di strade tutte uguali.
La mappa in questione (NYPL, 1811).
Il risultato finale fu una mappa lunga 2,4 metri accompagnata da un pamphlet di 54 pagine, in cui veniva annunciato il sistema di streets e avenues che avrebbero reso New York City qualcosa di unico al mondo. Il progetto prevedeva 12 avenues che andavano da nord a sud – leggermente ruotate di 29° a est per assecondare l’orientamento dell’isola stessa –, attraversate da 155 strade perpendicolari alle prime, creando block di varie dimensioni. Il piano originale non prevedeva né spazi pubblici né parchi, che furono aggiunti negli anni successivi quando qualcuno si ricordò che nella vita bisogna anche essere felici.
Dettaglio della mappa definitiva (Stacey Vanek Smith /NPR).
🍔 LA GRIGLIA 🍔
Ma a proposito di griglia, da dove veniva quell’idea? A cosa serviva?
The Grid fu una scelta radicale per trasformare la città in un luogo ottimizzato per il business e la vita moderna, oltre che per risolvere alcune questioni igienico-sanitarie con spazi ampi e ben ventilati. Una città sempre uguale e facilmente navigabile: un modello alternativo a quello europeo, in cui i secoli di storia avevano prodotto centri storici irregolari, sporchi e SCOMODI.
Tutte le immagini sono prese da WikiCommons, tranne quando indicato. CIAO.
A guidare l’impresa fu John Randel, perito e cartografo appena ventenne all’inizio dei lavori, che disegnò le “farm maps” con le fattorie e i campi da trasformare in città (vedi immagine qui sopra). La griglia fu quindi un lavoro d’immaginazione e progettazione: se da un lato si ispirava al graticolato romano e ai castra del vecchio impero, era anche un modo perfetto di distinguere la città statunitense da quelle del vecchio mondo. Le sue radici erano antiche, il risultato avanguardistico: “E se prendessimo questa idea degli antichi romani e ci facessimo tutta una città pazza?”.
LE CRITICHE AL PROGETTO
La Commissione del 1811 fu molto criticata per questa lucida follia. La segretezza con cui fu portato avanti il progetto, la speculazione immobiliare che causò e la spregiudicatezza della sua esecuzione attirarono le critiche di cittadini e intellettuali dell’allora Piccola Mela. Il poeta Walt Whitman definì il piano “the last thing in the world consistent with beauty of situation” mentre l’architetto urbanista Frederick Law Olmsted pianse “the senseless manner in which its streets have been laid out. No city is more unfortunately planned with reference to metropolitan attractiveness”. Qualche anno dopo, quando la stretta maglia della griglia fu allentata per fare posto a Central Park, Olmsted fu tra i architetti chiamati a progettarlo.
Il resto lo sappiamo tutti: New York City purtroppo non ebbe successo e oggi è un paesino mediocre in mezzo al nulla. Peccato. 😞
~~~~~
MEDIA: questa puntata di The Indicator, podcast gemello di Planet Money, e poi quest’altra.
Siamo giunti alla fine di questa puntata di Meraviglie, una newsletter speciale sorella di Link Molto Belli. Se ti piace, abbonati cliccando il bottone qui sotto. E spargi la voce. Sono solo 30 dollari all’anno!
Ciao!
Top