L’altro giorno ho aperto Facebook.com e, la testa piena di chiacchiere e analisi sul Metaverse, ho dato un’occhiata all’interfaccia del sito che dovrebbe guidare la scoperta e colonizzazione di questo nuovo mondo.
Mi son trovato sotto scacco, tra il ridere della hubris di Zuckerberg e il timore che lui, proprio lui, riesca nel suo intento, trasformando il cyberspazio in quello che è oggi Facebook. Cioè, una caotica cacca. Vai con le diapositive!
Questa è la mia homepage di Facebook:
Distinguiamo tre colonne verticali; una barra orizzontale centrale (al cui estremo sinistro c’è la campanella delle notifiche); in mezzo, la sezione dedicate alle Stories e quel che rimane del news feed; a destra una ad e la chat.
Ma è della colonna sinistra che voglio parlarvi. Facciamo zoom.
Questa cosa sembra riassumere bene che cos’è Facebook, oggi. Tutto e niente. Notifiche senza senso. Gerarchie all’aria. Zero funzioni reali. Ogni opzione, feature, servizio copiato da altri, ogni cosa è qui, come in un solaio. E la lista non è ancora finita:
Oculus! Facebook Pay! CENTRO SULLE SCIENZE CLIMATICHE! Questa sezione ha un che di istituzione sovietica: lentissima, onnicomprensiva, opaca. E non è ancora finita:
C’è stato un tempo in cui i video e le live dovevano essere il futuro di Facebook (il famoso “pivot to video”): ora è la coda di una lista folle.
Se tutto questo vi sembra aberrante “ma tanto sono su Instagram, chi ci va più su Facebook?”, mettetevi comode perché, per citare il simpatico gigante di Twin Peaks, “it is happening again”. Vi ricordate di quando Instagram cambiò l’interfaccia della sua app, lo scorso anno, per spingere con la consueta discrezione i Reels e lo Shopping, creando questa roba?
Ecco, questa settimana abbiamo avuto una nuova sopresa: il bottone per caricare le storie, già spostato in alto a destra, ora apre una finestrina facebookiana, forse per spingere gli utenti a fare più Reel e Live, forse perché l’esperienza generale era ancora troppo semplice.
È un grande problema, per Instagram, quello di essere sempre più influenzato dalla mandria di incompetenti che hanno reso Facebook una morbosa accozzaglia di feature, notifiche e pulsantini. Ed è chiaro che poi uno se ne va su TikTok, per quanto anche lì, si registra una tendenza simile, seppur in scala minore (mi riferisco al tab delle live con tanto di notifica rossa: 100% Zuckerberg Style).
Quanto a Zuck, non vedo l’ora di entrare nel suo metaverso per poter finalmente aprire i cyber menù a scomparsa con le mani mentre nuoto in un mare di opzioni dimenticate.
Leggi anche: “Why Twitter’s New Interface Makes Us Mad” di Kyle Chayka, The New Yorker.
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