Link Molto Belli: SpongeBob e il futuro
Ciao,
questa è Link Molto Belli, una newsletter che faccio io, Pietro Minto, e che inizia sempre così: male. Poi, una mappa e dei link. Buona lettura.
L’otto aprile 2024 ci sarà un’eclisse di Sole visibile nel Nord America, qui c’è un sito che mostra il suo corso. Dove sarà visibile? Lungo questa strisciolina di terra e acqua.
“Le virgolette non vanno più”, dice questo articolo.
L’estetica dei podcast: video, cuffie, due bro che parlano. Io su LINK.
What if MAPPAMONDO but POLAND.
Notevole il silenzio omertoso che circonda l’inchiesta dell’Espresso sul “me too” nel mondo della pubblicità milanese (e non solo) 🧐.
“River is a visual connection engine”.
James Blake fa sentire a Brian Eno il suo ultimo album (che è una bomba). Nel video si parla di “accordi da stronzi” e insicurezze, tra le altre cose.
“Il futuro comincia a somigliare al futuro”, ho letto da qualche parte questa settimana. È una sensazione che ho provato anch’io in questi giorni, colpito ripetutamente da una serie di contenuti su argomenti vari ma molto “futurosi”: gli U2 che suonano in una sfera assurda e bellissima e sbagliatissima, perlopiù a Las Vegas, città che si presta in particolar modo alla speculazione fantascientifica; Mark Zuckerberg che torna alla carica con ‘sto-cazzo-di-metaverso portando argomenti un po’ più solidi del solito (non che ci volesse molto); ChatGPT che ottiene il dono della vista e dell’udito; intelligenze artificiali che si dicono, e si fingono, senzienti.
Jean-Jacques Lequeu, Design for a Temple of the Earth, 1794.
Tutto questo ci avvicina al futuro; o meglio, all’idea di futuro un po’ vintage che inseguiamo con zelo da decenni, fatta di robot parlanti, visioni virtuali, spettacoli immersivi, mentre l’umanità si prepara a tornare sulla Luna firmati Prada. È interessante notare come questo futuro abbia solo una vaga relazione con il progresso: il primo, a quanto pare, può essere disegnato sulla base di riferimenti culturali come libri e film; il secondo, invece, si sviluppa lentamente inseguendo altre strade e con zero hype. Di rado s’incontrano.
Quanto a me, sto davvero per usare questo commento per promouvere l’uscita delle ultime due puntate del mio podcast L’altra parte (realizzato per Intesa Sanpaolo On Air), dove si parla di virtualità e, ovviamente, di simulation theory? Mi sa di sì. Buon ascolto, ciao.
Rimaniamo in tema: vi ricordate i visori per la realtà virtuale di cartone, quelli di Google? Qui il loro creatore critica la VR e dice che la vera immersione è… la lettura.
Che poi il futuro non è altro che la figlia di Martin Scorsese che fa un TikTok in cui spiega al padre lo slang giovanile mentre le loro voci sono distorte da un filtro audio (mirror per chi non ha TikTok).
List of fictional computers (via).
Questa settimana, poi, la IA generatrice di Bing, il motore di ricerca di Microsoft, ha fatto la pazza, generando immagini come la seguente.
Quanto a Meta, adesso gli utenti di Facebook Messenger possono usare le IA per generare sticker, con ottimi risultati.
Un TikTok: Seinfeld.
Non tutte le città cinesi sono giganti da venti milioni di abitanti. Ci sono anche cittadine piccole, normali, come questa.
Infine,
un’opera intitolata “amo, noi”:
Ed è tutto. A sabato prossimo, ciao.