Ciao,
sono ancora Pietro Minto e questa è Link Molto Belli. È sabato, il tema del meteo è “umido” e ho dei cesti di links per voi. Buona lettura.
Il Nord Africa, circa ottomila anni fa, al picco del “periodo umido africano”, quando l’odierno Sahara era una prateria con enormi laghi e moltissimi fiumi. (L’idea che, in tutto questo, laggiù non si sia sviluppata nemmeno una cittadina, oggi sepolta dalla sabbia, non mi convince del tutto. Ma non fatemi diventare Joe Rogan.)
Scateniamoci con questa breve storia delle moquette nei trasporti pubblici londinesi.
Microsoft Word ha appena compiuto 40 anni, ecco come ha cambiato – e sta cambiando – il modo in cui scriviamo. (Contiene una foto terrificante di Bill Gates che incontra una Clippy grande come un essere umano.)
Cosa ha causato il Big Bang se non una cosa del genere?
Sul set di Star Trek venivano usate molte poltrone e sedie realmente esistenti, che sono state archiviate qui, ché non si sa mai.
Lo stato del Minnesota deve cambiare bandiera e qualcuno ha avuto l’ottima idea di bandire un concorso pubblico. Sono arrivate circa 2600 candidature, questa qui sotto è la “Submission #F156”.
La K di Kenya
Aggiornamento sul fronte delle IA e della smerdificazione del web, e del mondo intero. Qualche settimana fa, un utente furbetto ha posto una domanda sibilina a ChatGPT: “Lo sapevi che non esistono paesi africani il cui nome inizia con la k?”. E ChatGPT – che non ha un cervello, fa finta – ha risposto generando una risposta mediocre e tragicamente “giusta”, dal suo punto di vista: “Sì, è proprio così!”, per poi aggiungere che l’unico paese che si avvicina è il Kenya, che però non inizia proprio-proprio con la k.
Levateje er vino.
La risposta di ChatGPT è finita su Hacker News e su un sito chiamato Emergent Mind. Da qui, il contenuto è stato risucchiato da Google, che ha imparato la lezione e, lo scorso agosto, ha cominciato a dare la stessa risposta ai suoi utenti, aggiungendo: “Anche se ci sono 54 paesi riconosciuti in Africa, nessuno di questi inizia con la lettera K”.
Siamo in un momento in cui il web si sta riempiendo di roba finta, sintetica, spesso improbabile ma abbastanza credibile da essere presa sul serio da qualcuno – o essere strumentalizzata da malintenzionati. La guerra di Gaza è stato forse il primo conflitto post-IA della storia, nel quale, oltre ai soliti fake (scene vecchie di mesi o anni, clip da videogiochi spacciati per veri), i feed si sono riempiti di deepfake e altre immagini generate. Il risultato è che chi non ci casca come un pero, finisce per sviluppare uno scetticismo cinico e potenzialmente pericoloso. Perché se tutto potrebbe essere falso, allora niente può essere completamente vero.
Vedi anche: “Mechanical Turk workers are using AI to automate being human”.
La NASA entra nelle streaming wars con NASA+, servizio gratuito e senza pubblicità, con video, documentari e una serie come SPACE OUT, fatta di riprese spaziali da guardare fumatissimi, immagino.
Dice che vanno i libri senza trama, ma con una vibe.
Se volete invece leggere un libro con una trama *notevole* e delle idee *notevoli*, ecco Clifford D. Simak, autore di City (Anni senza fine), che sto leggendo con estremo sollazzo. Una breve sinossi dell’opera, considerata tra i capolavori della fantascienza: in un futuro lontano la Terra è abitata da una razza di cani intelligenti (e da robot!), che si riuniscono attorno al fuoco per raccontarsi delle mitiche “leggende” su delle creature mitologiche chiamate “uomini”.
Immagine: Tor.com.
PROMEMORIA: Domenica 19, a Milano, in occasione di BookCity, io e Francesca Crescentini (aka Tegamini) parleremo del mio libro, Come annoiarsi meglio. Tutte le info qui.
Cosa nostra: in queste settimane ho scritto un po’ di storie per Il Post, dove mi son chiesto che fine ha fatto il 5G e ho raccontato di com’è difficile fare soldi con le IA. Su LINK è invece uscito questo mio glossario sul metaverso (ve lo ricordate?).
Infine,
“amo, noi”:
Ed è tutto. A sabato prossimo!
La sinossi di "City" mi ha rapito subito 🐶
Invece questo "Il risultato è che chi non ci casca come un pero, finisce per sviluppare uno scetticismo cinico e potenzialmente pericoloso. Perché se tutto potrebbe essere falso, allora niente può essere completamente vero." lo sento fortissimo... è proprio dal riaccendersi del conflitto a Gaza che mi sono trovata troppe volte a chiedermi se quello che vedevo fosse vero, con il risultato di allontanarmi e rendermi molto più insensibile.
CITY! Capolavoro, uno dei miei romanzi feticcio. Ha un respiro di eternità e di umanità non ineluttabile. Grazie per averlo promosso!