A un certo punto, oggi, la homepage di YouTube mi ha consigliato questo:
È un video di esattamente 30 secondi in cui una donnina spara una freccia con un arco molto grande. Perché? Non lo so. Contro cosa o chi? Sarebbe bello saperlo. Visto che dura 30 secondi vi consiglio di guardarlo e basta.
Ci sono un paio di particolari che hanno attirato subito la mia attenzione: il fatto che io non sia mai stato interessato al tiro con l’arco, e che quindi YouTube abbia deciso che, a questo punto della mia vita, dovessi sorbirmi questa clip; il fatto che il video in questione avesse più di 14 milioni di visualizzazioni.
Poco sotto a questo numero, la data di pubblicazione: primo marzo 2010.
Undici anni fa. Nel momento in cui davidchin79 (6360 iscritti) decideva di pubblicare la clip, io frequentavo l’Università a Padova, dove stavo cominciando a preparare la tesi. In tutti questi anni, questa manciata di megabyte ha riposato nel sito, indisturbata dalla mia navigazione online. Fino a oggi.
“Perché ora?” mi sono chiesto. “Cosa vuole YouTube da me?”
Dando una scrollata ai commenti, ho scoperto di non essere l’unico a chiedermelo. Tante persone sono arrivate qui negli ultimi due giorni, e hanno registrato il proprio stupore sulla pagina: “i love how this was posted 11 years ago but everyone is here at the same time”, si legge in uno dei più votati. Siamo tutti lì allo stesso tempo, undici anni dopo.
Mi piace quando YouTube rischia e mi propone con insistenza un video vecchissimo che sembra scelto letteralmente a caso. App come TikTok ci hanno abituato a una selezione, una curatela, velocissima e molto efficace. Poi, però, c’è YouTube e i suoi video “suggested” che danzano in bilico tra la micidiale dritta algoritmica e il glitch di sistema che è evidentemente un errore di valutazione. In mezzo, da qualche parte, c’è questa freccia che vola da undici anni.
Quanto al perché di questo video proprio ora, ho una teoria. Recentemente YouTube ha iniziato a puntare sugli “shorts”, video brevi con cui vuole fare concorrenza a TikTok. Dopo aver passato anni a incentivare formati lunghi, spingendo gli youtuber a pubblicare contenuti da 10:07 per gabbare l’ebete algoritmo, e dopo aver di fatto plasmato la grammatica dei video online per quasi un decennio, ecco che la piattaforma mette mano al volante e ci regala un 180° col sigaro in bocca. Ripensamento: ora ci piacciono i video brevi. Ops!
È a questa manovra che dobbiamo il successo di Milad Mirg, che con i suoi video POV dal bancone di Subway ha conquistato prima TikTok e poi YouTube, che spinge i suoi “shorts” ben volentieri.
È la stessa logica che, come una corrente anomala, ha riportato a galla questa clip arcaica (nel senso di arco: capito no? LMAO) attirando me e molti altri verso la reliquia misteriosa.
Il mondo è manovrato dagli algoritmi. Nessuno ci capisce un cazzo. Nemmeno gli algoritmi stessi né, tantomeno, chi li ha progettati Alle volte è bello riuscire a indovinare le decisioni di queste macchine potentissime e scemissime. Mi fa sentire meglio.
E ora vado. Mi è venuta una gran voglia di tirare con l’arco in una palestra.
Ed è tutto. Se tutto va come deve andare, la prossima settimana vi svelerò qualcosina sul libro che ho scritto e che sta per uscire. Rimanete con noi. E se qualcuno vi ha girato questa mail, potete abbonarvi qui. Grazie.