Ciao,
sono Pietro Minto e questa è Link Molto Belli, la newsletter per cui anni fa feci un account Instagram, senza mai usarlo. Ebbene, dopo una serie di mumble mumble, ieri ho cominciato a postare: andate quindi su @LinkMoltoBelli per seguire i “momenti di grandissimo internet” che preparo per voi. Momenti come questo:
Cliccaci che su Substack si vede male.
E visto che siamo in vena di autopromozione, il mio libro Come annoiarsi meglio è in tutte le librerie, Ibs, Libreria Universitaria, you name it. (Non su Amazon, però! Hanno finito le loro copie, Jeff Bezos è disperato ma noi lo facciamo aspettare.)
Infine, questa sera sarò a Salsomaggiore Terme per il Spiegamelo! Festival, dove parlerò di noia alle 21 con Massimo Fiorio (@dietnam). Ci si prenota qui.
E ora, i links!
Le regioni svedesi più interessante dalla nube radioattiva di Chernobyl, a trent’anni e passa di distanza, sono che guardano più hentai. COINCIDENZE? (via questo ottimo tweet)
“(…) Facebook is also, effectively, a hostile foreign power”, dice serenamente l’Atlantic.
Questo TikTok sul logo della Pepsi: bello.
Nostalgia per i, ehm, bei tempi della pandemia.
Mostri generati da una IA (via).
Ho recuperato solo ora l’ultimo video di ContraPoints. Tema: l’invidia.
Massimo Polidoro spiega come comportarsi con uno zio complottista o qualcuno del genere.
Il futuro del lavoro è lavorare meno.
Francesco Farabegoli di Bastonate ha messo su una playlist di “Canzoni che adoro di artisti che detesto”. Ovviamente alcune sue scelte sono DISCUTIBILI ma è un esercizio divertente da fare.
Parliamone: il clima impazzirà anche se faremo i bravissimi. E quindi? Dovremo provare anche altre cose, tipo cambiare il tempo atmosferico. Promette bene!
Clicca qui per vedere il Nord America al confronto con GIOVE. (Se non vuoi vederlo, non cliccare.)
Anche quest’anno si vota per la competizione migliore del web, “Fat Bear Week”, con cui si premia il migliore orso grasso dell’anno. Qui i nominati, qui invece si cerca di capire quanto grassi siano questi orsi.
Questo tizio lavora nella realtà virtuale. Cioè, si mette il visore e lavora in un altro mondo.
I robot fanno tante cose ma non riescono a cucire le magliette. Almeno per ora.
Infine,
Leopardi food blogger:
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